Roberto Gemmi: “Giusto ripartire, sarà un campionato diverso”

20 Maggio 2020

Aumentano le speranze di poter riprendere a giocare a calcio e, ovviamente, anche Roberto Gemmi torna a far salire i giri di un motore che non si è mai fermato. Il Direttore Sportivo nerazzurro ha fatto il punto della situazione in una lunga intervista concessa al “Diario Nerazzurro” di Canale 50: “Il calcio mi è mancato e mi manca enormemente perchè vivo il lavoro in maniera molto intensa. Non so se si concluderà la stagione, ci sono tutta una serie di vicissitudini che cambiano velocemente e non riesco a farmi un’idea precisa. L’unica che ho ben chiara è che se il protocollo viene accettato bisogna ripartire e noi stiamo lavorando per farci trovare pronti. Noi abbiamo sempre detto di voler tornare a giocare perchè ritengo che i risultati debbano arrivare dal campo, quella è l’espressione massima del nostro lavoro. Ovviamente deve esserci la garanzia della salute di tutti“.

Da valutare la condizione della squadra ferma ormai da molto tempo: “Mi preoccupa notevolmente questo aspetto. Nessuno è pronto e nessuno ha mai affrontato una situazione di questo tipo. Ci saranno valutazioni molto difficili e anche la gestione degli infortuni sarà fondamentale. Di sicuro, se si tornerà a giocare, sarà un campionato completamente diverso da quello che conoscevamo prima dello stop perchè cambieranno gerarchie ed equilibri e sarà tutto molto complicato“.

Si è anche parlato di una possibile riforma dei campionati: “Mi piace parlare di calcio giocato e non di politica. E in ogni caso bisognerebbe parlarne a livello di sistema, senza personalismi perchè il calcio italiano da tanti anni va nella direzione degli interessi individuali e questo per me non va bene. Il fatto di cambiare format e renderlo più avvincente ci può stare, ma serve un’analisi globale di sistema“.

Sicuramente si ripartirà a porte chiuse: “Nella nostra categoria siamo tra le squadre con il maggior numero di tifosi e il rendimento della squadra è molto influenzato da questo fattore per cui saremo un po’ danneggiati. Però se non c’è la sicurezza non possiamo fare altrimenti. Comunque ci hanno sempre stupito e sono convinto che troveranno il modo di sostenerci“.

Giusto parlare anche del settore giovanile: “Questo stop è stato un danno elevato perchè soprattutto nei giovani la fase conclusiva è quella in cui capisci che crescita c’è stata ed intravedi una prospettiva. Ci vorrà molta pazienza nel rimettersi al lavoro e nelle varie analisi cercando ovviamente di mettere anche in quel settore tutto in sicurezza. E non sarà facile“.