Masucci: “All’Arena le emozioni più forti della mia carriera”

26 Aprile 2020

Questa volta è toccato a Gaetano Masucci farsi intervistare dai followers dei nostri canali ufficiali. Un botta e risposta molto divertente di cui riportiamo un estratto.

Quando passi il sale a tua moglie lo fai in rovesciata come tutti i tuoi gol?
“Ora non più (sorride, ndr), magari qualche anno fa…. Ma adesso sono un vecchietto e certe cose me le posso permettere solo in campo. Durante la settimana ci sto attento…”

Sei molto bravo a cucinare, vuoi diventare uno chef? Quali sono i tuoi piatti preferiti?
“Chef? No, diciamo che amo cucinare sin da quando ero ragazzino. Non ho un piatto che preferisco, ultimamente stando in casa mi diverto a cucinare risotti e ho rispolverato quello con bresaola e scamorza affumicata”.

Com’è nata la tua esultanza?
“Nasce dai miei figli. Un gesto me lo ha insegnato la più piccola, Anita, ed è quello che lei fa quando vuole mandare via i pensieri brutti. L’altro invece è del più grande, Alessandro, il simbolo della lettera A nell’alfabeto muto: l’iniziale del suo nome”

Quali sono i giocatori più forti contro cui hai giocato?
“Ho giocato contro tantissimi calciatori molto forti. Se proprio devo fare due nomi dico due leggende: Buffon e Totti”

La cosa che ti colpisce di più dell’Arena?
“L’Arena è uno stadio unico e dentro si respira un’aria speciale. Ho avuto la fortuna di provare in quello stadio tante emozioni, forse le più forti della mia carriera e spero di poterlo fare ancora per tanto”

Quando hai iniziato a giocare a calcio?
“Ho iniziato a giocare a 5 anni nella squadra del mio paese. Però la tappa fondamentale è arrivata a 14 anni quando sono partito per andare a giocare nelle giovanili del Torino”

A quali giocatori ti ispiri?
“Da bambino ero tifosissimo della Juventus e mi piaceva Del Piero ma purtroppo non ho mai avuto le sue doti. Diciamo che ho avuto la fortuna di fare allenamento con un grande calciatore come Stefan Schwoch e mi sono ispirato molto a lui che era un bomber vero. Non ci sono riuscito del tutto, forse perché non mi sono perfezionato nella fase realizzativa”