Il Comune di Pisa ha deciso di assegnare la cittadinanza onoraria a due tra gli stranieri più amati e riconosciuti della ultracentenaria storia nerazzurra.
Klaus Berggreen è stato il primo e forse più amato straniero arrivato a Pisa dopo la riapertura delle frontiere; calciatore simbolo del Pisa di mister Vinicio che campionato 1982-1982 conquistò l’undicesimo posto in serie A, e trascinatore della squadra di mister Simoni che trionfò nel campionato Cadetto 1984-85 e Capitano in occasione del primo trionfo nella Mitropa Cup. La sua immagine con la maglia numero 7 strappata durante un Pisa-Juventus, a causa di un ‘robusto’ intervento difensivo dell’allora bianconero Lionello Manfredonia, è ormai diventata per tutti i tifosi pisani un’icona.
Henrik Larsen è invece lo straniero che, virtualmente, chiuse l’epoca Anconetani; arrivato a Pisa nel 1990 assieme agli argentini Diego Pablo Simeone e Josè Antonio Chamot, fu protagonista della squadra che guidata da Mircea Lucescu conquistò addirittura la vetta della classifica in serie A prima di una lenta discesa che portò alla retrocessione. Da calciatore del Pisa però ebbe l’onore di vestire la maglia della Danimarca e vincere il Campionato Europeo 1992 conquistando addirittura il titolo di capocannoniere.
Questa mattina, nella splendida Sala delle Baleari il Sindaco di Pisa Michele Conti, accompagnato dal vice-sindaco Raffaele Latrofa, dall’assessore allo sport Frida Scarpa e dall’assessore ai servizi demografici Gabriella Porcaro ha conferito ai due danesi la cittadinanza onoraria come “segno di riconoscenza e di riconoscimento del contributo che gli stessi hanno fornito per raggiungere i risultati sportivi di eccellenza”.
Presente alla cerimonia anche il Presidente del Pisa Giuseppe Corrado che ha donato loro una maglia del Pisa, come simbolo di una storia che continua e di una Società che dopo tanti anni difficili è tornata finalmente a calcare palcoscenici importanti con un respiro internazionale.
Berggreen e Larsen hanno poi ricevuto il saluto di Adolfo Anconetani e di Fabio Vasarelli in rappresentanza dell’Associazione Cento; aneddoti e ‘numeri’ di una carriera illuminata dal Nerazzurro e da una squadra e una città che è diventata una seconda casa